lunedì, Dicembre 22, 2025

Imparare a leggere le cose intorno a te
Finché non se ne scoprirà la realtà
Districar le regole che non ci funzionan più
Per spezzar poi tutto con radicalità

Il Velo di Maya

Archeologia dell'illusione

In un’e­po­ca in cui l’in­for­ma­zio­ne è ridot­ta a mer­ce e la veri­tà a optio­nal di lus­so, Il Velo di Maya nasce come spa­zio di deco­stru­zio­ne cri­ti­ca del­le nar­ra­zio­ni domi­nan­ti.

Il nostro nome richia­ma l’an­ti­ca meta­fo­ra del­l’il­lu­sio­ne che nascon­de la real­tà. Oggi quel velo è tes­su­to da algo­rit­mi, fra­me media­ti­ci e pro­pa­gan­da digi­ta­le.

Cosa tro­ve­re­te

Ana­li­si su come i media main­stream costrui­sco­no il con­sen­so. Deco­stru­zio­ni del “tru­ca­ge” infor­ma­ti­vo che tra­sfor­ma guer­re in mis­sio­ni uma­ni­ta­rie e geno­ci­di in “con­flit­ti”. Esplo­ra­zio­ni del con­trol­lo algo­rit­mi­co che pla­sma ciò che pen­sia­mo di pen­sa­re libe­ra­men­te. Inda­gi­ni sui lega­mi tra capi­ta­le finan­zia­rio, indu­stria bel­li­ca e pro­du­zio­ne media­ti­ca. E altro anco­ra.

Non offria­mo veri­tà pre­con­fe­zio­na­te ma stru­men­ti cri­ti­ci. Non cer­chia­mo click ma coscien­za. In un pano­ra­ma media­ti­co che ha tra­sfor­ma­to l’at­ten­zio­ne in risor­sa estrat­ti­va, sce­glia­mo la pro­fon­di­tà con­tro la velo­ci­tà, l’a­na­li­si con­tro il sen­sa­zio­na­li­smo.

La nostra scel­ta digi­ta­le

Il Velo di Maya non ha pro­fi­li sui social media cor­po­ra­ti­vi né pul­san­ti di con­di­vi­sio­ne per que­ste piat­ta­for­me. È una scel­ta poli­ti­ca: rifiu­tia­mo di ali­men­ta­re eco­si­ste­mi digi­ta­li che mone­tiz­za­no l’at­ten­zio­ne e mani­po­la­no il discor­so pub­bli­co attra­ver­so algo­rit­mi pro­prie­ta­ri.

Offria­mo RSS e new­slet­ter per chi vuo­le seguir­ci nel web libe­ro. E no, l’RSS non è mor­to quan­do Goo­gle ha chiu­so Rea­der nel 2013 — è solo tor­na­to under­ground, usa­to da chi rifiu­ta di far­si det­ta­re i tem­pi di let­tu­ra dagli algo­rit­mi. Se rite­ne­te un con­te­nu­to degno di con­di­vi­sio­ne, copia­te il link e pub­bli­ca­te­lo dove cre­de­te. Non sare­mo noi a faci­li­ta­re l’ar­ric­chi­men­to di Zuc­ker­berg o Musk.

Que­sta scel­ta ci ren­de meno “vira­li”? Pro­ba­bi­le. Ma pre­fe­ria­mo let­to­ri con­sa­pe­vo­li a click algo­rit­mi­ci. È il nostro pic­co­lo atto di resi­sten­za all’e­co­no­mia del­l’at­ten­zio­ne che ana­liz­zia­mo nei nostri arti­co­li.

Cre­dia­mo che un lavo­ro meto­di­co di ana­li­si e deco­stru­zio­ne sia infi­ni­ta­men­te più peri­co­lo­so per il siste­ma di mil­le dichia­ra­zio­ni di guer­ra. Il pote­re sa gesti­re gli attac­chi fron­ta­li, ma teme l’e­ro­sio­ne pazien­te del­le sue nar­ra­zio­ni. Per que­sto cer­chia­mo di lavo­ra­re con rigo­re, un arti­co­lo alla vol­ta, sol­le­van­do lem­bi del velo con meto­do cri­ti­co piut­to­sto che pre­ten­de­re di squar­ciar­lo con gesti tea­tra­li.

Come can­ta­va­no gli Area: “Impa­ra­re a leg­ge­re le cose intor­no a te / Fin­ché non se ne sco­pri­rà la real­tà”.

Que­sto è il nostro invi­to e il nostro impe­gno.

Ben­ve­nu­ti oltre il velo

Il Velo di Maya è un pro­get­to indi­pen­den­te di con­tro-infor­ma­zio­ne. Nes­sun algo­rit­mo deci­de cosa leg­ge­te. Nes­sun inser­zio­ni­sta influen­za cosa scri­via­mo.

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